
Facile immaginare la prima domanda che la stampa presente al Festival di Venezia 2016 ha fatto a Paolo Sorrentino, dopo aver visto in anteprima le prime due puntate dell’attesa serie tv The Young Pope che dal 21 Ottobre andrà in onda su Sky Atlantic: “Cosa penserà il Vaticano di questa sua opera?”
Il regista italiano, conosciuto per i suoi lavori sul grande schermo come Il Divo, This must Be The Place e il recente successo La Grande Bellezza, ha prontamente risposto: “Se il Vaticano avrà la pazienza di vedere The Young Pope fino in fondo capirà che è un lavoro che non vuole fare sterili provocazioni, ma indagare con curiosità e onestà sulle contraddizioni, le difficoltà e le cose affascinanti del clero“. Jude Law interpreta Lenny Belgrado, un giovane prete americano di 47 anni che diventa Papa Pio XIII scuotendo il clero e i fedeli con le sue contraddizioni e le sue idee fuori dal comune. Scaltro e anticonformista egli prova ad attraversare il lunghissimo fiume della solitudine dell’uomo per trovare un Dio da regalare agli uomini e a se stesso. “Il copione era così bello ed emozionante, molto simile al lavoro di Paolo che conoscevo fino a quel momento. L’ umorismo, i riferimenti musicali, i dialoghi…mi sono reso conto che dovevo fare il Papa e non sapevo che direzione prendere e che lavoro fare per dare un certo peso e credibilità a questo personaggio. Paolo ha enfatizzato il fatto che questa è la storia di un uomo che diventa Papa, ho analizzato il suo rapporto con i vari personaggi e pian piano ho capito il personaggio, facendo anche riferimento ai Papi del passato” ha raccontato Jude Law durante la conferenza stampa di Venezia 73.
The Young Pope è una serie tv organizzata in 10 episodi, anche se Sorrentino ama pensarla come un film lungo dieci ore: “Ho dovuto tener conto di una tenuta narrativa rispetto a quello che faccio di solito al cinema. Anche le serie più belle tendiamo a dimenticarle perché mancano spesso di momenti di sintesi, quindi ho provato a trasferire quelle sintesi che si usano al cinema sul piccolo schermo“. I primi due episodi mostrano subito lo stile del regista napoletano che ben conosciamo, con un’estetica onirica e attenta ai dettagli che costruisce inquadrature evocative in cui si muovono i personaggi come una sorta di danza rituale. La sceneggiatura è ricca di momenti ironici e di una forte carica umoristica che non tutti si aspettavano, e proprio per questo la serie potrebbe avere un riscontro positivo da un pubblico di diverse generazioni. Tuttavia il confine tra provocazione, parodia e onesta analisi delle debolezze di un mondo conosciuto solo in parte è alquanto sottile, anche se lo spettatore viene coinvolto e si interessa di quello che deve accadere negli episodi successivi.
“Il Papa qui è diametralmente opposto a quello esistente perché potrebbe accadere. Dopo un Papa più liberale potrebbe venire uno con idee diverse, quindi il nostro Papa non è inverosimile ma in un futuro non troppo lontano potrebbe arrivare” ha sottolineato Sorrentino, mentre Law ha aggiunto: “Ero curioso di capire le strategie acquisite da Lenny nel tempo per tenere lontano le persone, decidere a chi permettere l’accesso e chi utilizzare per ottenere quello che vuole. Penso a lui come persona onesta nonostante le posizioni che prende e ammiro il modo in cui è estremamente contraddittorio, dicendo prima una cosa e poi un ‘altra credendo ad entrambe“. Accanto a lui nel cast anche Diane Keaton, Silvio Orlando, Scott Shepard e Cecile de France.
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