
Brad Pitt e gli zombie: la recensione di World War Z
(La recensione di World War Z è spoiler free)
Il segreto alla base di questo buon blockbuster di stagione sta nel suo registro molteplice che va dai ritmi altissimi delle scene d’azione durante l’apocalisse zombie, a quelli più miti di passaggio tra le varie ambientazioni d’indagine. Difatti questa recensione di World War Z si basa sulla premessa che questo non è solo un film sugli zombie e nemmeno solo un film d’azione con Brad Pitt.
Il protagonista di World War Z è Gerry Lane, un ex investigatore delle Nazioni Unite, che vive felice e sereno con la sua famiglia perfetta. Un giorno però la sua quotidianità viene sconvolta dall’arrivo di un’assurda epidemia, che muta gli infettati in zombie. A Gerry viene affidato il compito di guidare un commando di soldati scelti per rintracciare l’origine dell’epidemia e un possibile rimedio.
Lo svolgersi dell’azione è chiaramente basato su un susseguirsi di colpi di scena, a volte così assurdi da risultare ironici: basti guardare la fine ingloriosa del primo compagno di viaggio di Gerry che quasi strappa, suo malgrado, un sorriso. Si alternano piani macroscopici a inquadrature strettissime e la storia viaggia in continuazione tra un realismo ricercato e la fantascienza apocalittica. World War Z non è però un film horror: il sangue e la violenza splatter vengono tenute sempre fuori dall’inquadratura e la brutalità è solo nelle scene corali e brulicanti. La tensione è data soprattutto dai movimenti animaleschi degli infetti, dalle fughe sincopate e dalla drammatica assenza di risposte. Non è un action movie in cui l’eroe tutto d’un pezzo salva da solo il mondo: il protagonista è costretto alla sua missione da un ricatto e, suo malgrado, si adatta a sopravvivere in cerca di una soluzione.
World War Z in sostanza ricorda più 28 giorni dopo che Resident Evil, e guadagna rispetto al film inglese un maggiore pubblico di spettatori. Brad Pitt è sempre bravo e sa come scegliere i film in cui è protagonista. Con orgoglio patriottico, sono stata anche contenta che Favino non abbia una parte poi tanto piccola e anzi sia l’unico a costringere l’eroe senza macchia Gerry a pronunciare un sentito “mi dispiace”.
Per riassumere sinteticamente questa recensione di World War Z, direi che è un film piacevole e appassionante che dà quello che lo spettatore medio cerca: un blockbuster sugli zombie… per famiglie. Un film divertente ma non stupido, che cattura sin dalla sequenza iniziale e regala non poche emozioni e salti sulla poltrona.
(La recensione di World War Z è spoiler free)
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